One_More_Time ha scritto: Non credo, il punto per me e' uno solo, gia' stracitato enne volte nel corso del thread, se vogliamo parlare di altro o espandere questa "dichiarazione di principio di Weston" secondo la tua interpretazione nessun problema magari con thread dedicato cosi' non mischiamo 1000 argomenti.
Mettiti d'accordo con te stesso, la polemica l'hai iniziata tu, oltre che affibiandomi come da tua abitudine l'etichetta di pennivendolo, parlando delle DUE affermazioni di Weston:
"Battute a parte mi sembra che le due affermazioni, specie la seconda, siano valide solo in un contesto ristretto cioe' quando hai il tempo e i mezzi per costruire la foto."
affermazioni che io ho riportato assieme proprio perchè interessato all'approccio che ne risulta.
Certo, e sono sicuro che valga solo quando a citare sono io, quando citi tu invece è utileOne_More_Time ha scritto: Spero ti renderai conto dell'inutilita' di citare fonti di qualsiasi tipo, sono percezioni personali,
La storia della fotografia non è fatta di percezioni personali. E la mia citazione serve solo a evidenziare il posto che Weston già occupa nell'ambito della storia della fotografia. Un posto di primordine, nonostante rifiutasse la manipolazione creativo-artistica in CO. Questo è oggettivo.
E ti ripeto che tentare di sminuirlo come fotografo perchè non sei d'accordo con la sua impostazione ti mette a livello di un giuzzaforumista.
"A chi non capisce l'allusione è inutile fornire la spiegazione."One_More_Time ha scritto: Tizio scrive un aforisma, Caio lo interpreta in un modo e Sempronio in un altro. Per me l'unica cosa certa e' che l'aforisma e' un fallimento se ha bisogno di spiegazioni, interpretazioni e studi storici. "Cogito ergo sum" chiaro, limpido, cristallino.. questo e' un aforisma
Guido Ceronetti, Pensieri del tè, 1987
Dal mio punto di vista sono io che sto parlando ad un sordo. Discutere mi piace e cerco di farlo con correttezza, ribattendo punto a punto alle affermazioni. Ma ho una pazienza limitata e, quando l'interlocutore elude costantemente ciò che gli viene ribattuto per riproporre par pari l'argomentare cui si è già risposto, senza nemmeno dar segno di aver letto, trovando però il tempo di etichettarlo (ribadisco che è una tua costante abitudine) allora la perdo. E non volendo scendere troppo di livello ti lascio campo libero in questa discussione dove a mio parere hai solo cercato di primeggiare dal punto di vista dialettico.One_More_Time ha scritto: Non ci capiamo, e' come parlare tra sordi
Ho già risposto molte volte, senza avere riscontro, a questa affermazione, dandoti l'esempio di limiti che tu hai GIA' affermato di autoimporti (li hai chiamati "scelta operativa" oppure "fisime" ) e che, se superati, inficierebbero sicuramente l'atto creativo. Il tuo aver condiviso in passato il commento negativo nei confronti di certa fotografia naturalistica manipolata ne è la prova. Qui invece stai arrivando a qualcosa che si avvicina a "il fine giustifica i mezzi".One_More_Time ha scritto: Io non critico l'esistenza dei limiti in quanto tali (ognuno si fa male come puo') e' l'affermare che il loro superamento/devianza inficia l'atto creativo.
Affari tuoi se per te non cambia. Chi si pone l'obiettivo di salire lo Stelvio con la bici da corsa sentirà la propria prestazione sminuita, se per farlo dovrà ricorrere alla tripla di un rampichino. Mentre chi guarda solo al risultato, soprattutto senza capire di cosa si sta parlando, dirà "mbe'? hai salito lo Stelvio, no?"One_More_Time ha scritto: Io posso fare una foto, la mia capacita' tecnica produce una foto X, la stessa in foto in mano a te (che usi strumenti/procedimenti diversi) e' uguale, migliore o peggiore ma questo non cambia di una virgola l'atto creativo di averla scattata.
Tantomeno cambia la validita' dell'immagine in quanto tale, a parita' di risultati, se tu l'hai sviluppata spostando un cursore sul pc e io in camera oscura.
Di sicuro io non la butto solo perche' ha un difetto o la sento meno mia per questo ne mi fara' star male il fatto di cambiare il tempo di sviluppo, mettere una mascherina o spostare un cursore.
La tua critica è rivolta al fatto che l'importante sia il risultato di salire lo Stelvio, mentre sai benissimo anche tu, ne sono più che convinto, che ci sono limiti che non superesti per avere una foto.
Ti ho già fatto una domanda che hai eluso come tante altre. Faresti il merge di una foto di tigre su di una foto di foresta? Se la risposta è no risulta chiaro che anche tu ti poni un limite, in CC o CO poco cambia, in quanto a livello di manipolazione che ritieni accettabile. Weston dice la stessa cosa soltanto ponendo il limite in un punto diverso del processo creativo, ovvero invece di fare in co solo alcune manipolazioni (come fai tu in CC, quelle che sei in grado di ripetere in CO, parole tue che evito di andare a citare dal passato) ha deciso di non farle del tutto, perseguendo l'ideale di un negativo che sia già perfetto al momento dello scatto. E' un ideale che perseguo anch'io, ed ero già abituato a sentire le minchiate tendenziose degli appassionati di CC, quelle degli appassionati di CO mi mancavano. Insultando Weston per il suo approccio, come hai fatto ad esempio dandogli del "fuori di teschiio" e del "deviato tecnicamente", insulti implicitamente anche me. Ed io in risposta non scenderò di livello più di così.