G. Marchiori
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G. Marchiori
copio e incollo pensiero di Giampiero Marchiori:
.....osservando senza preconcetti ciò che sta accadendo nel settore che mi compete vengo portato a trarre alcune considerazioni:
la fotografia, intesa come la si intendeva fino a pochi anni fa è, senza ombra di dubbio alcuno, defunta. Un tempo esisteva una sorta si rispetto per la fotografia stessa, e di conseguenza per i fotografi, che induceva i n
eofiti ad assumere atteggiamenti di umiltà e desiderio di apprendere. Quasi fosse una disciplina, ci si sottoponeva ad anni di apprendistato, vuoi come autodidatta o come assistente presso professionisti, mirati allo studio e al perfezionamento delle proprie capacità. Si imparava a sviluppare e stampare ( era la conditio sine qua non per essere accettati in uno studio) comprendendo così i comportamenti della luce nelle diverse situazioni e i limiti dei materiali a disposizione. Si studiavano i Maestri della fotografia, si assorbiva il loro modo di rappresentare il mondo e così, da quel cocktail di immagini e culture, i più bravi creavano un proprio stile personale. I vecchi fotografi diventavano dei "maestri" per esperienza e piccoli segreti da rivelare. Da qualche anno a questa parte con la diffusione e semplificazione ( i primi tempi non era così semplice) del digitale e la creazione di software sempre più completi e di facile utilizzo, la fotografia è diventata un optional, un accessorio della giornata, un elemento da condividere in tempo reale con chiunque, bella, brutta non importa, l'importante è condividerla. Chiunque acquisti una reflex e abbia magari seguito un workshop o scaricato due tutorials da internet si sente in grado di dire "sono un fotografo!"
Salvo poi sentirsi chiedere " dove cambio gli iso?" ; vuol dire che non hai nemmeno letto il manuale della fotocamera. Nessuno perchè sa disegnare oserebbe dire dire "sono un geometra"; essere un fotografo, non significa solo essere in grado di produrre delle immagini (anche belle, per carità), significa rispettare un codice deontologico, significa rispettare ciò che si sta facendo studiando e documentandosi, significa acquisire una cultura. In caso contrario la fotografia morirà definitivamente.
E non venite a dirmi che per fare "arte" la tecnica non serve; anche Picasso aveva imparato le tecniche per stendere i colori e, prima di approdare al cubismo, fu un grande pittore figurativo. Le regole servono e devi conoscerle per infrangerle. A tutti coloro che desiderano dedicarsi alla fotografia o vogliono farne una professione:
studiate, assorbite tutto ciò che potete da chi lo ha fatto prima di voi, andate a vedere esposizioni di fotografie, fatevi una cultura.
siate umili e quando qualcuno con più esperienza di voi vi dice che avete fatto un errore, invece di indispettirvi, chiedete spiegazioni, potreste imparare qualcosa.
non pensate di essere il Newton della situazione solo perchè avete ricevuto dei complimenti per le vostre foto, questo deve essere uno stimolo a migliorarsi.
E soprattutto ricordate che per quanto siate bravi, ci sarà sempre qualcuno più bravo di voi.
Sono trent'anni che faccio questo mestiere, e ancora oggi studio e mi documento, cerco di affinare la tecnica e nutrire la fantasia; e soprattutto accetto le critiche ai miei lavori anche da chi è più giovane e ha una visione più smaliziata, come disse Jacques Henri Lartigue in una delle sue ultime interviste ( aveva 90 anni e fotografava da 80) allorchè venne chiamato Maestro dall'intervistatrice: " ...non sono un Maestro, sono semplicemente un fotografo e imparo tutti i giorni qualcosa, anche dall'ultimo dei miei assistenti..."
Questo è l'atteggiamento per salvare la fotografia, in caso contrario...
Scusate la lunghezza del post e grazie per la vostra pazienza.
.....osservando senza preconcetti ciò che sta accadendo nel settore che mi compete vengo portato a trarre alcune considerazioni:
la fotografia, intesa come la si intendeva fino a pochi anni fa è, senza ombra di dubbio alcuno, defunta. Un tempo esisteva una sorta si rispetto per la fotografia stessa, e di conseguenza per i fotografi, che induceva i n
eofiti ad assumere atteggiamenti di umiltà e desiderio di apprendere. Quasi fosse una disciplina, ci si sottoponeva ad anni di apprendistato, vuoi come autodidatta o come assistente presso professionisti, mirati allo studio e al perfezionamento delle proprie capacità. Si imparava a sviluppare e stampare ( era la conditio sine qua non per essere accettati in uno studio) comprendendo così i comportamenti della luce nelle diverse situazioni e i limiti dei materiali a disposizione. Si studiavano i Maestri della fotografia, si assorbiva il loro modo di rappresentare il mondo e così, da quel cocktail di immagini e culture, i più bravi creavano un proprio stile personale. I vecchi fotografi diventavano dei "maestri" per esperienza e piccoli segreti da rivelare. Da qualche anno a questa parte con la diffusione e semplificazione ( i primi tempi non era così semplice) del digitale e la creazione di software sempre più completi e di facile utilizzo, la fotografia è diventata un optional, un accessorio della giornata, un elemento da condividere in tempo reale con chiunque, bella, brutta non importa, l'importante è condividerla. Chiunque acquisti una reflex e abbia magari seguito un workshop o scaricato due tutorials da internet si sente in grado di dire "sono un fotografo!"
Salvo poi sentirsi chiedere " dove cambio gli iso?" ; vuol dire che non hai nemmeno letto il manuale della fotocamera. Nessuno perchè sa disegnare oserebbe dire dire "sono un geometra"; essere un fotografo, non significa solo essere in grado di produrre delle immagini (anche belle, per carità), significa rispettare un codice deontologico, significa rispettare ciò che si sta facendo studiando e documentandosi, significa acquisire una cultura. In caso contrario la fotografia morirà definitivamente.
E non venite a dirmi che per fare "arte" la tecnica non serve; anche Picasso aveva imparato le tecniche per stendere i colori e, prima di approdare al cubismo, fu un grande pittore figurativo. Le regole servono e devi conoscerle per infrangerle. A tutti coloro che desiderano dedicarsi alla fotografia o vogliono farne una professione:
studiate, assorbite tutto ciò che potete da chi lo ha fatto prima di voi, andate a vedere esposizioni di fotografie, fatevi una cultura.
siate umili e quando qualcuno con più esperienza di voi vi dice che avete fatto un errore, invece di indispettirvi, chiedete spiegazioni, potreste imparare qualcosa.
non pensate di essere il Newton della situazione solo perchè avete ricevuto dei complimenti per le vostre foto, questo deve essere uno stimolo a migliorarsi.
E soprattutto ricordate che per quanto siate bravi, ci sarà sempre qualcuno più bravo di voi.
Sono trent'anni che faccio questo mestiere, e ancora oggi studio e mi documento, cerco di affinare la tecnica e nutrire la fantasia; e soprattutto accetto le critiche ai miei lavori anche da chi è più giovane e ha una visione più smaliziata, come disse Jacques Henri Lartigue in una delle sue ultime interviste ( aveva 90 anni e fotografava da 80) allorchè venne chiamato Maestro dall'intervistatrice: " ...non sono un Maestro, sono semplicemente un fotografo e imparo tutti i giorni qualcosa, anche dall'ultimo dei miei assistenti..."
Questo è l'atteggiamento per salvare la fotografia, in caso contrario...
Scusate la lunghezza del post e grazie per la vostra pazienza.
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Re: G. Marchiori
mi sembrano parole sagge...
Heaven is where the police are british, the chefs italians, the mechanics german, the lovers french and it is all organized by the swiss.
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Re: G. Marchiori
Io purtroppo ho l'impressione che l'opzione "tutto, subito e senza fatica" sia attualmente la più popolare in tantissimi campi, non solo in fotografia
La mia unica ambizione era quella di creare un quadro onesto che interpretasse la natura come essa è veramente, come essa dovrebbe essere vista. (cit. Joaquín Sorolla, pittore impressionista)
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Re: G. Marchiori
... mi sembra di essere al circolo anziani.
Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi. Rimandalo a dopodomani, così hai oggi e domani liberi per far quel cazzo che ti pare.
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Re: G. Marchiori
mica e' colpa nostra se tu invecchi, noi siamo sempre freschi e giovaniSynergiA ha scritto:... mi sembra di essere al circolo anziani.
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Re: G. Marchiori
E' come in autostrada, anche se sei a tavoletta c'è sempre qualcuo dietro che lampeggia per sorpassarti... più o meno il concetto è quello!
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Re: G. Marchiori
Eh... non si sono più i ragazzi di una volta. Noialtri se saltava i fossi par longo!One_More_Time ha scritto:mica e' colpa nostra se tu invecchi, noi siamo sempre freschi e giovaniSynergiA ha scritto:... mi sembra di essere al circolo anziani.
Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi. Rimandalo a dopodomani, così hai oggi e domani liberi per far quel cazzo che ti pare.
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Re: G. Marchiori
Parla per te, io con la gioventù che vedo in giro oggi non ho intenzione di mischiarmi meglio essere vecchiettiOne_More_Time ha scritto:mica e' colpa nostra se tu invecchi, noi siamo sempre freschi e giovaniSynergiA ha scritto:... mi sembra di essere al circolo anziani.
La mia unica ambizione era quella di creare un quadro onesto che interpretasse la natura come essa è veramente, come essa dovrebbe essere vista. (cit. Joaquín Sorolla, pittore impressionista)
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Re: G. Marchiori
E chi parla della gioventu' di oggi?Cigh ha scritto: Parla per te, io con la gioventù che vedo in giro oggi non ho intenzione di mischiarmi meglio essere vecchietti
Per tua informazione io sono giovane da oltre 40 anni
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