Queste sono le regole cui AP fa riferimento http://www.ap.org/company/news-valuesSynergiA ha scritto: La visione parziale ed interpretata di una realtà mi va bene come il fotografo di guerra che riesce a ritagliare il lato umano di una data condizione tragica rendendo la visione del reportage finale un contrasto estremo all'immaginario comune. Ma questo non è creare un "set improvvisato".
Che l'agenzia faccia finta di cadere dal pero approfittando di un alibi perfetto probabilmente la rende limpida in un immaginario tribunale, non ci piove... ma se piove e nevica probabilmente è a causa di Capa che lassù sta bestemmiando.
Una cosa non l'ho capita... ma chi ha tirato fuori la foto compromettente?
Sono estremamente chiare e dettagliate, prevedono sia quanto accaduto sia quanto tu accusi possa essere accaduto in altre situazioni
Il fotografo le ha violate, lo ha ammesso, ha affermato di aver preso una decisione sbagliata e che ne affronterà le conseguenze. Nemmeno si difende. Com'è giusto va a casa, lavorerà per altre agenzie casomai.
Detto questo torno alla filosofia del mio discorso.
Intanto dubito che Capa stia bestemmiando, considerando che il suo miliziano è probabilmente un falso
A meno che ciò non sia vero
Mentire in fotografia è possibile in vari modi e maniere, non serve nemmeno improvvisare un set, è questo era il mio primo punto.
E' chiaro che se all'AP accettassero quanto tu ipotizzi accettino, sarebbero in torto per primi.
Possono accettare ed accetterano solo quelle menzogne per le quali la menzogna non è possibile o è improbabile venga scoperta.
Se la menzogna, di qualsiasi ordine essa sia, viene scoperta dovranno, dovranno, agire in virtù delle proprie regole, sia nei confronti del fotografo sia nei confronti di chi all'interno dell'azienda l'avesse coperto o tutelato. Come in effetti hanno fatto ora.
Onestamente dubito che un caso concreto del genere che tu riferisci possa essere addebitato loro, ovvero che sia venuto alla luce senza che abbiano agito di conseguenza.
Questo anche se non ho dubbi che l'informazione, non tanto quelle di agenzia ma quella dei media che del materiale d'agenzia fanno uso, sia spesso menzogna istituzionalizzata.
Ma la questione, aldilà di tante chiacchiere, per me rimane la seguente, assai semplice. Nel fatto che sia possibile mentire anche in altri modi, compreso quello decisamente estremo che tu citi, nulla mi spinge a dire che un'agenzia dovrebbe accettare una menzogna perpetrata attraverso una postproduzione di questo tipo, indipendentemente da qualsivoglia valutazione sul cambio di significato subito dalla foto.
Aggiungo soltanto che la valutazione di cui sopra non potrebbe che essere soggettiva (chi decide cosa è lecito clonare senza che il pubblico lo sappia?) mentre escludendo fin dall'inizio il tipo di modifica cui ci riferiamo si taglia la testa al toro.
p.s. Detto brevemente, siccome esistono menzogne che forse non potremo mai scoprire allora accettiamo anche quelle che è possibile scoprire e rivelare? Mi pare una logica fuori dal mondo.